venerdì 21 dicembre 2012

STRAGE USA, LE VITTIME AVEVANO TRA 6 E 7 ANNI. 12 BIMBE, 8 MASCHI E 6 DONNE

NEWTOWN - Una notte insonne dopo la strage di Newtown e i primi fiori per le piccole e grandi vittime della furia omicida che ha fatto 26 morti. Mazzi di crisantemi bianchi e rossi sotto l'insegna 'Visitors Welcome' della Sandy Hook School da stamani adorna di tanti pallonicini bianchi. Ana Marquez Greene, Jesse Lewis e Grace McDonnell sono solo tre dei 20 bambini uccisi nel luogo dove avrebbero dovuto essere più sicuri: la scuola elementare. Soltanto oggi le autorità di polizia del Connecticut hanno diffuso i nomi delle vittime della strage nella scuola Sandy Hook: si tratta di dodici bimbe e otto bimbi, tutti di sei o sette anni, e sei donne adulte.

PREGHIERA E DISPERAZIONE È stata una notte di atroce dolore: una notte passata in preghiera, mentre nelle aule macchiate di sangue procedeva l'identificazione dei piccoli cadaveri che oggi sono stati trasferiti nell'ufficio del medico legale. Dentro la chiesa cattolica di Santa Rosa, una delle congregazioni che hanno offerto asilo agli abitanti in lutto, in centinaia si sono assiepati sulle panche, altre centinaia fuori con i volti bagnati di lacrime, tenendosi per mano. Sull'altare erano state disposte 26 candele: una per ciascuna delle vittime del folle gesto di Adam Lanza, lo sparatore malato di Asperger: il figlio maledetto di questo villaggio finora quasi perfetto, una 'cartolina' del New England, con una sola orribile macchia nel suo passato. Alla fine degli anni Ottanta Richard Crafts, un pilota di aereo, uccise la moglie giovane moglie danese Helle, la fece a pezzi e nottetempo la passò nel tritalegno per farne segatura. Canti di Natale, 'Away in a Manger', e quello che accompagna i morti all'eterno riposo, 'Amazing Gracè. Preghiere improvvisate per quei bimbi che non diventeranno mai grandi e per le loro coraggiose insegnanti morte nel tentativo di proteggerli. Un padre, la cui figlia si trovava a scuola e si è salvata, la guardava giocare con i fratellini: incapace di parlare. Un ragazzo che ha perso il fratellino minore veniva confortato da un amico. Fuori dalla chiesa era stato allestito il presepio: la mangiatoia di legno vuota, in attesa della notte di Natale e la gente che passava davanti scoppiava a piangere pensando a quei bimbi che il Natale non l'avrebbero celebrato mai più. Dentro la chiesa il reverendo Robert Weiss aveva chiesto che si tenessero aperte le finestre per permettere a tutti di partecipare alla veglia. «Cosa dire ai genitori della bambina che aveva appena scelto l'abito dela prima comunione? Cosa dire alla mamma e al papà di quell'altra bimba che avrebbe dovuto fare l'angelo nella processione della notte di Natale?». Tanti interrogativi, ma da Newtown nessuna risposta.

IL KILLER SI È ACCANITO Il medico legale, dopo aver visto i corpi, ha affermato che tutte le vittime della strage sono state colpite più volte, e ha individuato l'arma in un fucile.

OBAMA: "MAI PIÙ TRAGEDIE COSÌ" «Dobbiamo unirci e intraprendere azioni significative per prevenire altre tragedie come questa»: lo ribadisce il presidente americano, Barack Obama, rivolgendosi agli americani nel tradizionale messaggio del fine settimana e ricordando la strage della scuola di Newtown e tutte le altre recenti simili tragedie. «Come nazione abbiamo patito troppo per questo tipo di tragedie negli ultimi anni», ricorda Obama: «una scuola elementare in Newtown, un centro commerciale in Oregon, un tempio in Wisconsin, un cinema in Colorado. E Innumerevoli angoli di strada in posti come Chicago e Filadelfia».

IL DOLORE DEL PAPA  «Una tragedia insensata». Benedetto XVI definisce così la strage avvenuta ieri nella scuola elementare Sandy Hook a Newtown, negli Stati Uniti, «un evento scioccante» che ha toccato molte famiglie. Dolore, vicinanza e preghiera per le famiglie delle vittime della tragedia sono i sentimenti espressi dal Papa in un messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, inviato all'amministratore della diocesi di Bridgeport, nel Connecticut, mons. Jerald A. Doyle. Nel messaggio, Benedetto XVI invoca la consolazione della preghiera per sostenere la comunità «con la forza dello spirito che trionfa sulla violenza» e «con il potere del perdono, della speranza e dell'amore che riconcilia».

POCHI MINUTI PER LA STRAGE A giudicare dalle registrazioni delle chiamate radio alla polizia, ci sarebbero voluti pochi minuti per Adam Lanza per uccidere 20 bambini e 6 adulti alla Sandy Hook Elementary School di Newtown, in Connecticut. Secondo i dispacci, la prima chiamata alla polizia riguardante la sparatoria è arrivata alle 9.35 di ieri mattina, ora locale, indicando che qualcuno stava sparando nell'edificio. «Gli spari sembrano essersi fermati - si sente in un altro messaggio, delle 9.38 - C'è silenzio in questo momento». E ancora, alle 9.40: «Il killer apparentemente sta ancora sparando». «Sono stati sparati dei colpi circa 3 minuti fa», si sente nella chiamata delle 9.49. Poco dopo, gli agenti sul posto riferiscono di aver trovato diverse e chiedono l'intervento delle ambulanze per morti e feriti. 

IL KILLER EBBE DISCUSSIONE CON DIPENDENTI Adam Lanza aveva avuto un «alterco» con quattro dipendenti della scuola Sndy Hook di Newtown giovedì, il giorno prima di andare lì e massacrare 26 persone, tra cui 20 bambini. Lo hanno riferito funzionari del Connecticut e federali alla Nbc News, secondo cui tre di questi quattro impiegati sono rimasti uccisi, mentre il quarto, che ieri non era al lavoro, viene ora interrogato dalla polizia. 

"HA FATTO IRRUZIONE" Adam Lanza non è stato fatto entrare nella scuola della strage: «Ha fatto irruzione», ha detto il capo della polizia Paul Vance in una conferenza stampa a Newtown contraddicendo una prima ricostruzione nella dinamica della tragedia. Vance ha detto anche che quando è arrivata sul posto la polizia ha dovuto infrangere «molte finestre» per avere accesso alla scuola. La Sandy Hook School aveva da poco installato un nuovo sistema di sicurezza che impediva il libero accesso ai visitatori. 

SEI BIMBI SALVI Piccoli miracoli: sei bambini sono stati trovati vivi negli armadi della scuola di Newtown dove oggi 20 dei loro compagni hanno perso la vita sotto i colpi di un killer mascherato, identificato come un giovane di una ventina d'anni anni. 

ARMI RUBATE ALLA MADRE Adam Lanza, il killer del scuola, ha rubato alla madre le armi e le ha sparato in faccia prima di recarsi alla scuola dove insegnava la donna e eseguire la strage. È stato questo, secondo i media americani, il primo atto della tragedia che ha sconvolto l'America. 

IL KILLER L'assassino della scuola di Newtown, in Connecticut, è il 20enne Adam Lanza. Lo affermano i media americani riportando fonti della polizia. Il fratello Ryan Lanza, 24 anni, sinora considerato l'autore della strage, sarebbe invece sentito proprio ora dagli investigatori in New Jersey. Secondo la tv Nbc, Adam avrebbe rubato un documento del fratello Ryan prima di recarsi alla Sandy Hook Elementary School, teatro della strage, e da questo sarebbe derivato lo scambio di identità. 

DISTURBI MENTALI Adam Lanza, il giovane ritenuto responsabile del massacro di 27 persone, tra cui 20 bambini, alla Sandy Hook Elementary School di Newton, nel Connecticut, era affetto dalla sindrome di Asperger, considerata una grave forma di autismo. Lo scrive il New York Times. La fobia sociale e la personalità schizoide sono tra i sintomi di questa malattia degenerativa. Adam era intelligente e aveva alti voti in matematica anche se, secondo le testimonianze raccolte dai suoi ex compagni, non aveva finito il liceo.

LA PAURA E IL DOLORE Tutto è cominciato poco dopo le 9:30, e Le televisioni nazionali hanno rapidamente preso a seguire in diretta l'evoluzione delle notizie, con inviati e troupe per le riprese dall'alto, in elicottero. Sono così rapidamente iniziate a filtrare drammatiche immagini di madri con il volto alterato dalla tensione, dalla paura, dall'apprensione. E poi quelli di bimbi, in lacrime, con la bocca spalancata mentre urlano di paura, mentre in fila indiana vengono evacuati tutti insieme dalla scuola, che conta oltre 600 alunni e che, come tutte le scuole in America, si preparava alle vacanze di Natale, si preparava all'arrivo di Santa Claus, Babbo Natale. La Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente è stato sin da subito informato e poi costantemente aggiornato. E ha ribadito che Obama tornerà a rilanciare la necessità di un maggiore controllo sulle armi, in particolare sulle armi d'assalto. Forse questa volta, davanti ad una delle più gravi tragedie del genere nella storia degli Stati Uniti e avendo già vinto le lezioni per un secondo mandato, prenderà una posizione più decisa rispetto al passato.

LE PAROLE DI UNO DEI BAMBINI «Ho visto i proiettili nel corridoio vicino a quello in cui mi trovavo e poi un'insegnante mi ha spinto in una delle classi»: ha ancora il terrore negli occhi un alunno di otto anni dell'istituto scolastico Sandy Hook di Newtown in Connecticut (600 alunni tra materna e elementari) mentre descrive ai microfoni della Wcbs-tv, la strage in cui - secondo i media locali - sono morte almeno 27 persone, tra queste 18 bambini, ed un numero ancora imprecisato di persone è rimasto ferito. «Il loro rumore era come se qualcuno stesse dando pedate ad una porta», racconta ancora il bimbo riferendosi agli spari, mentre la madre lo abbraccia e si dice infinitamente grata all'insegnante che ha salvato il suo bambino dalle pallottole dell'orco, un uomo «mascherato» che imbracciava un fucile semiautomatico. «È stato orribile», ha detto ancora uno dei genitori, Brenda Lebinski, alla Reuters. Lei è volata in auto alla scuola dove sua figlia frequenta la terza elementare, non appena ha sentito il notiziario. «Erano tutti isterici. Genitori. Studenti», riferisce. «C'erano bambini che uscivano dalla scuola. Erano insanguinati. Non ho idea se fossero feriti, so soltanto che erano insanguinati», aggiunge la donna, che oggi ha visto materializzato davanti a sè il peggior incubo di ogni genitore. Lebinski racconta che l'insegnante della figlia, non appena capito ciò che stava avvenendo, è rientrata in classe ed ha «immediatamente chiuso a chiave la porta, riunendo tutti i bambini in un angolo della stanza». «Ad un certo punto è arrivato un poliziotto e ci ha detto di correre fuori dalla scuola e così abbiamo fatto», spiega un'altra ragazza. Poi, ai piccoli messi in salvo, e fatti uscire in fila indiana è stato detto di coprirsi gli occhi con le manine. Coprire i loro occhi innocenti sull'orrore.


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