sabato 29 dicembre 2012
sognare fa bene alla memoria
Gli studiosi si interrogano da sempre sul ruolo indispensabile dei sogni per le nostre menti, e la relazione tra cervello e fase onirica. In loro soccorso il valido supporto della polisonnografia, cioè il monitoraggio costante delle variabili fisiologiche e mentali che si presentano durante la fase del sonno: dal movimento dei bulbi oculari all’elettroencefalogramma, dal movimento del torace durante la respirazione alle contrazioni addominali, fino alla respirazione e i battiti del cuore.
Il sogno assume un ruolo fondamentale durante il sonno, nella fase non Rem rafforzerebbe la memoria mentre durante la fase Rem svolgerebbe il compito fondamentale di riorganizzare i ricordi archiviandoli in modo da avviare un confronto tra nuove e vecchie esperienze. Questa azione servirebbe a non intasare l’archivio generale che è la nostra mente, eliminando il superfluo.
Come spiega spiega il professor Giuseppe Plazzi del Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Bologna:
“Numerosi studi hanno ormai dimostrato che il sonno esercita un’influenza positiva sul funzionamento della memoria, chiamata sleep effect. Lo sleep effect è dovuto a diversi fattori, come la riduzione delle interferenze causate dagli stimoli esterni che si verifica mentre si dorme, ma è anche la conseguenza di una funzione attiva del sonno nel consolidare le informazioni che sono presenti nella memoria.”
Il sogno assumerebbe perciò un ruolo di primo piano nella nostra vita, non solo come attività di svago e defaticante dopo una giornata di stress, ma come supporto e recupero dati per la nostra mente. Un valido aiutante per il nostro cervello impegnato a smistare tutti gli input, a rielaborare informazioni, a cestinare il superfluo e a preparare risposte e azioni future. Una presenza ancora più incisiva al cospetto di incubi o sogni ad alta concentrazione emotiva, i quali svolgerebbero il compito di rielaborare brutti ricordi o esperienze spiacevoli, facendogli perdere intensità e valore.
Lo stesso tipo di attività viene svolta anche durante la veglia, quella che solitamente è conosciuta come fase del sognare a occhi aperti, momento di relax durante il quale nostra mente vaga altrove impegnata a rincorrere desideri e obbiettivi.
La capacità della nostra mente di smorzare i toni degli incubi perde però forza nei sogni delle persone che hanno subito traumi fisici o psicologici. Il sogno come valvola di sfogo diventa un incubo ricorrente che riporta a galla il dolore subito, causando insonnia e ansia. In questi casi è indispensabile consultare un professionista.
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