domenica 2 giugno 2013

Nuova Sars, migliorano i tre contagiati Al momento il virus è poco aggressivo

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«Sorvegliate» 5o persone, per capire se il virus diffondendosi possa colpire soggetti che hanno difese più basse

Migliorano le condizioni della bimba di un anno e mezzo e «stanno bene» lo zio della piccola, un giordano 45enne e una sua collega italiana, quarantenne, ricoverati a Firenze in isolamento per la Nuova Sars. In ogni caso al policlinico di Careggi sono stati avviati controlli su una decina di persone, tra colleghi e familiari degli adulti ricoverati. «Sono stati decisi in via eccezionale, per estrema precauzione, le persone sono tutte asintomatiche» spiega Giuseppe Petrioli, responsabile della prevenzione per l'Asl di Firenze.
«SORVEGLIATI» - Complessivamente sono una cinquantina i «sorvegliati», tra parenti e colleghi dei ricoverati oltre ai sanitari che hanno preso in cura per primi il giordano. Per loro riservato anche un numero per informazioni e segnalazioni di eventuali sintomi. Per la bambina, ricoverata al Meyer, stamani «la febbre è diminuita - fa sapere l'ospedale - anche se rimane in isolamento in via precauzionale». I due pazienti adulti «stanno bene», spiega poi Alessandro Bartoloni, responsabile del reparto di malattie infettive e tropicali del Careggi che li ha in cura entrambi. Il 45enne, è quasi guarito, spiegano dal policlinico. «È sempre ricoverato qui - aggiunge Bartoloni - per precauzione, monitorizziamo la presenza del virus, quando sarà negativo e saremo sicuri potrà uscire. Precauzionalmente messa in isolamento anche la donna, ma non ha disturbi che preoccupano, un po' di febbre e tosse».

ATTENZIONE - «Per ora i dati sono buoni - aggiungono i sanitari -, quello che vogliamo capire è se il virus diffondendosi magari possa colpire persone che hanno difese più basse, l'attenzione continuerà per un periodo perché chi avesse bisogno venga indirizzato a centri come questo di Careggi». Riguardo alla diffusione del virus, Bartoloni spiega che è stato «appurato che i tre hanno avuto un tempo di contatto significativo, quindi c'erano i presupposti perché potesse essere trasmesso il virus, hanno avuto un contatto ravvicinato. Poi dobbiamo capire se queste persone abbiano potuto trasmetterlo ad altri, e quindi se si possa essere diffuso tra persone un pò più lontane rispetto al caso».

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