lunedì 29 luglio 2013

Incidente Avellino, il bilancio dei morti sale a 39. La Procura: “Ci sono indagati”

La tragedia è avvenuta domenica verso le 20.30 all'altezza del chilometro 32 dell'A 16: il pullman arrivando a forte velocità in corrispondenza di un rallentamento ha sfondato il guardrail, precipitando così da un viadotto alto quasi 30 metri. Si indaga sulle cause: parte dell'impianto di trasmissione è stato trovato a terra un chilometro prima del luogo dell'incidente. Forse l'autista aveva cercato di frenare la folle corsa del veicolo accostandosi alla barriera. La procura apre un fascicolo per strage colposa
Omicidio colposo plurimo, disastro colposo e strage colposa. L’inchiesta avviata dalla Procura di Avellino sull’incidente avvenuto domenica ieri sera sulla A16 sarà “a tutto campo”. E la procura ha fatto sapere che “ci sono degli indagati”. Gli accertamenti giudiziari saranno finalizzati a far luce sulle cause dell’incidente e a capire se ci sono responsabilità. Le prime indicazioni che arrivano sembrerebbero confermare l’ipotesi di un guasto al mezzo come causa del disastro: pezzi dell’impianto di trasmissione sono stati trovati a terra ad un chilometro di distanza dal punto di impatto; e un operatore autostradale avrebbe visto procedere il mezzo ad alta velocità e con la portiera anteriore aperta o mancante. Da verificare anche la qualità della barriera di protezione che è stata abbattuta dall’autobus.

In attesa di chiarezza sulle cause, il bilancio delle vittime continua a salire. “Al momento ci risultano 39 morti”, ha detto il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. L’elenco delle vittime è stato trasmesso al prefetto di Avellino, Umberto Guidato, e al procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo. Il comandante dei vigili del fuoco di Avellino Alessio Barbarulo ai microfoni di Sky Tg24 ha escluso che ci siano bimbi tra le vittime: “Tre bambini – ha detto – dovrebbero essere ancora ricoverati e non risulta che nessuno dei tre sia deceduto”. Due, però, secondo gli ultimi aggiornamenti, sono molto gravi. I tre bambini sono ricoverati nell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli. Si tratta di due maschi ed una femmina. Uno dei due maschi è in rianimazione, l’altro è ricoverato in chirurgia d’urgenza, mentre la piccola è nel reparto di neurochirurgia, dove nella notte è stata sottoposta a un intervento chirurgico ed era già stata sottoposta a una tac dell’ospedale di Nola (Napoli), dal quale è stata poi trasferita. Dieci, in totale, i feriti gravi.

Secondo una delle prime ipotesi, all’origine dell’incidente potrebbe esserci stato un problema all’impianto frenante dell’autobus, un Granturismo della società Mondotravel. Sul luogo dell’incidente la polizia autostradale non ha rilevato segni di frenata da parte dell’autobus. Un testimone ha parlato di una gomma scoppiata: “Mia nipote mi ha raccontato che è scoppiata la gomma sinistra dell’autobus. L’autista ha cercato di tenere il controllo in tutti i modi ma non c’è riuscito e il bus è sbandato finendo giù nel dirupo”, ha affermato Vincenzo Rusciano che ha visitato una delle superstiti, la nipote Annalisa, in ospedale ad Avellino. Secondo gli ultimi aggiornamenti, l’autobus precipitato è giunto sul luogo dell’incidente a forte velocità e con la porta anteriore aperta o mancante, forse a causa di un precedente contatto. E’ quanto avrebbe affermato l’operatore che, circa un chilometro prima, segnalava rallentamenti sull’autostrada. E parti del sistema di trasmissione del mezzo sono state trovate a terra oltre un chilometro prima del luogo dove è precipitato e questo, sottolineano fonti vicine all’inchiesta, rende molto probabile che il bus fosse già danneggiato mentre percorreva un tratto in forte pendenza. L’ultima ipotesi è che l’autista, avendo perso il controllo del mezzo, già centinaia di metri prima di uscire di strada avrebbe cercato di rallentarne la velocità appoggiando il veicolo sulla barriera laterale destra, senza però riuscirci.  Per quel che riguarda la qualità delle misure di sicurezza, dalle prima verifiche emerge che la barriera sistemata sul bordo laterale destro del viadotto Acqualonga, contro cui ha impattato l’autobus precipitato, è un ‘new jersey’ in calcestruzzo con un ‘mancorrente’ metallico. Si tratta, secondo quanto si è appreso, di una tipologia sottoposta a cosiddetta ‘prova di crash‘, depositata presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici, ed è stata installata negli anni ’90 come “riqualifica della barriera di primo impianto”.

La polizia stradale ha sequestrato tutta la documentazione relativa al pullman. Gli uomini della Polstrada si sono recati nella sede della Mondotravel di Giugliano e oltre ai documenti relativi al pullman, hanno sequestrato anche i documenti degli altri mezzi della ditta, per verificare che tutto fosse in regola. Accertamenti tossicologici, poi, saranno effettuati sul cadavere dell’autista. Anche la Procura della Repubblica di Avellino ha sequestrato le immagini dell’incidente. Le immagini sono state riprese da telecamere fisse della società Autostrade per l’Italia dislocate lungo il percorso autostradale. E il procuratore Rosario Cantelmo ha fatto sapere che si sono già degli indagati, e che si sta valutando anche la posizione della società Autostrade. Da quanto si apprende, gli inquirenti attribuiscono grande importanza alla verifica del sistema di sicurezza della barriera in calcestruzzo posta sul bordo laterale destro del viadotto. Cantelmo ha anche riferito che una parte delle indagini “sono riservate a verificare le condizioni dell’autobus”, il Gran Turismo della ‘Mondo Travel’ di Napoli che era stato sottoposto a revisione lo scorso mese di marzo. Sui pezzi di semi-asse ed altre parti della carrozzeria che il pullman avrebbe perso sulla carreggiata un chilometro prima dell’impatto fatale con il guardrail, il capo degli inquirenti avellinesi si limita a far sapere che “è anche questo un tema dell’indagine e che i reperti, quando saranno completamente a disposizione, verranno sottoposti a perizia tecnica”.


Per ora, in ogni caso, la cronaca racconta di quarantotto persone di ritorno da una gita, di cui 39 sono morte. Il gruppo, che includeva moltissimi bambini, tornava da un fine settimana a Telese Terme e, dopo una tappa a Pietrelcina nei luoghi di Padre Pio, era diretto a San Giugliano, vicino a Napoli. Poi l’incidente: arrivato a forte velocità in prossimità di un rallentamento, il bus ha tamponato alcune macchine ed è precipitato dal viadotto Acqualonga al km 32 dell’autostrada A 16 Napoli-Canosa  spaccandosi a metà. La caduta è avvenuta tra Monteforte Irpino e Baiano, da un’altezza di circa 30 metri. Il tratto autostradale è stato chiuso al traffico fino a mezzanotte e mezzo. “La scena” ha raccontato il fotografo dell’agenzia Ansa, Cesare Abbate, è tragica, “sulla strada ci sono auto distrutte, almeno una decina. Persone lievemente ferite e giù, dal cavalcavia dove è avvenuto l’incidente, l’immagine della tragedia: una trentina di corpi coperti da lenzuola bianche allineati ai bordi della strada provinciale”.

Delle 39 vittime, 36 corpi sono stati recuperati nella notte sul luogo dell’incidente, due sono decedute in ospedale. Una ragazza di 22 anni è morta tra le braccia del vigile del fuoco che l’aveva liberata dalla trappola di lamiere e sedili. I corpi stati portati nella palestra della scuola media di Monteforte Irpino dove i parenti, sotto choc, stanno procedendo al riconoscimento.  Urla strazianti si ascoltano sia nella camera ardente sia all’uscita, dove in tantissimi si stanno sentendo male mentre un tragico appello annuncia il momento del riconoscimento.

Come annunciato dal sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, i funerali delle 38 vittime si svolgeranno domani, presso il Palazzetto dello Sport di Monteruscello, frazione di Pozzuoli, alle ore 10.


ntanto arriva la dichiarazione di cordoglio da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si dice “profondamente addolorato dal drammatico bilancio dell’incidente”:  ”Questa inaccettabile sciagura richiama tutti, istituzioni e cittadini, ad un più tenace impegno per la sicurezza stradale e impone ogni iniziativa utile a ridurre i fattori di rischio”, ha detto il capo dello Stato in un messaggio inviato al Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, esprime il suo “sgomento” e invita a “fare chiarezza sull’accaduto”. Il premier Enrico Letta sta valutando un sopralluogo sul posto della tragedia. Palazzo Chigi comunica che il Cdm proclamerà il lutto nazionale. 
”Il gravissimo incidente sulla A16 con 39 vittime e 10 feriti, forse la più grande tragedia stradale nella storia infortunistica del Paese, che negli ultimi 60 anni ha fatto contare oltre 500.000 morti e 14 milioni di feriti sulle strade, ripropone prepotente il tema della sicurezza nei mezzi professionali di trasporto: pullman e autocarri”. E’ l’intervento dell’Asaps, l’associazione amici sostenitori della Polstrada che da tempo chiede l’istituzione di un catasto dei sinistri gravi per investigare, conoscere e analizzare le fasi precedenti, concomitanti e successive all’impatto, sia con riguardo al mezzo che al conducente. 

L’Asaps ritiene che in questa tipologia di incidenti nella maggior parte dei casi giochino un ruolo importante gli esasperati tempi di guida con lo sforamento delle 9 ore giornaliere ammesse, o il salto dei turni di riposo previsti dall’articolo 174 del CdS. A parere dell’associazione anche la lunga crisi economica sta incidendo nella spinta verso una forzata illegalità nella registrazione dei tempi di guida, di riposo e del superamento dei limiti di velocità registrati che è ampiamente documentata. L’Asaps ha raccolto i vari e originali sistemi utilizzati dai sempre più numerosi conducenti, per taroccare i risultati registrati sul cronotachigrafo digitale, la scatola nera di più recente costruzione. “Per fronteggiare questo fenomeno riteniamo si debba tornare ad una vigilanza estesa dalla strada al ventre dell’impresa, fatta di uomini e donne in divisa, professionisti del controllo all’autotrasporto capaci di fare verifiche tecniche su strada. La Polizia Stradale con gli scarsi mezzi a disposizione e il suo sempre più esiguo e invecchiato personale (mancano oltre 2.000 agenti in organico e l’età media è ormai di 45 anni) fa sicuramente più di quello che può, ma non riesce per tutto quello che oggi è necessario. Sono insufficienti e sempre meno frequenti i controlli con i Cmr, centri mobili di revisione organizzati con il MIT che danno risultati molto utili”.

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